LA VISUALIZZAZIONE SONORA - IL RITORNO DI ATTO SEGUENTE CON "FOLLOWING FIGURES"

 


di Saverio Marasco

 

L'anno scorso, una notte, si è raccontato di un viaggio in macchina risalendo una montagna. Ad accompagnarlo, c'era il disco di un giovane composer elettronico.

Si trattava di Atto Seguente, ovvero il Beneventano Andrea Vernillo.

Il suo primo lavoro, l'EP "The Moment Before" (2021, Dirty Beach - LINK ALLA RECENSIONE), ci aveva cullati, angosciati ed atterriti mentre combattevamo tra curve e fendinebbia avversari.

Grazie alla sua musica, tutto era diventato di una luce talmente fredda e bella da scottare.

Ed anche stavolta, in continuità, ha creato un album meravigliosamente immaginifico.

Parliamo infatti di "Following Figures", uscito lo scorso 15 settembre per Dirty Beach e Stand Alone Complex - Sac Recordings.


Il titolo è un'ottima rappresentazione del suo modo di comporre: immagini che si susseguono, luci ed ombre che si rincorrono nel suono.

A farmelo capire - e godere meglio - ci si è messa pure l'occasione di vederlo live tra quel disco e questo.

Andrea propone infatti un concerto totale, dove immagine e suono si mescolano in un'esperienza ipnotica. Frame sonori, anche brevi e fugaci - come il singolo "Demon" - che lumeggiano per un istante nella luce fredda di questo disco.

Andrea, è bene ricordare, mangia pane e Thom Yorke a colazione: lo stesso nome "Atto Seguente", si ricordi, viene da un passaggio di "All I Need" dei Radiohead.

Questo è uno dei tratti distintivi delle sue sonorità: basta ascoltare un brano come "Black Eye Scene" per rendersene conto, anche laddove non si fosse un totale conoscitore della band inglese e del suo cervellotico frontman.

 

Forse il proseguo più immediato con "The Moment Before" è il continuo ideologico delle strisce di "Listen and Let It Die", delle quali in questo lavoro inserisce la numero 10.

Ed infatti, se nel disco precedente questa serie di brani - dal quale nasce il progetto stesso - era omaggiata con la n. VI, in "Following Figures" saltiamo alla "Listen and Let It Die X".

Un giorno dovrai recuperarle tutte insieme, André.

Aspetto interessantissimo è la voce e come questa viene utilizzata: non è la protagonista ma uno strumento in più. Ha il suo posto rarefatto in mezzo alle immagini e, più che guidarci in un percorso, è come se fosse l'ultimo sprazzo di realtà a cui aggrapparsi.


Tutto ricalca quindi lo stile al quale il compositore ci aveva abituato, ritornando con un sound ancor più maturo e completo del disco precedente, che comunque sia aveva egregiamente trattato il nostro udito.

Ritorna anche il fondamentale aspetto di una musica dalla caratura teatrale.

I dischi di Atto Seguente sono opere compositive, sonorizzazioni continue che propongono un rincorrersi di figure, di dettagli, un suono dopo l'altro: pattern che nascono, esplodono e muoiono trasformandosi in altri, simili ma nuovi, dando così vita ad un continuo ricircolo musicale.

Tutto, in realtà, è riportato in musica con una semplicità disarmante. Non è quel tipo di disco elettronico sfacciatamente arzigogolato, barocco, stancante: piuttosto usa figure pulite, anche se dal sound rarefatto. E questa è una delle carte vincenti di Atto Seguente.

Alla fine della fiera, Vernillo ci regala con semplicità - e stile - un concept album che ruota di nuovo intorno ad un viaggio; stavolta però, dentro sé stessi, com'è incantevolmente rappresentato dalla tracklist:

I demoni, il tempo perso, l'alienazione distaccata dalla realtà, la morte sonora e la sua naturalità immanente. La ricerca segreta che porta alla morte dell'Io ed al sentirsi, irrimediabilmente, persi.

Questo è un trip, dai.


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Per conoscerlo meglio: Atto Seguente | Dirty Beach | Sac Recordings

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