POCO ITALIANI (PER FORTUNA): “SONIC BOOMERANG” DEI BEE BEE SEA



di Silvestro Perri 

 

Come ogni recensore, sono un musicista fallito. E come ogni musicista fallito, ad un certo punto della mia carriera ho dovuto scegliere se cantare il mio materiale in italiano o in inglese. E per tutta la mia carriera musicale questa scelta mi è sembrata ovvia: l’italiano è la mia lingua, ed è il veicolo migliore per i miei sentimenti. Per anni ho disprezzato gli artisti italiani che si esprimono in inglese, perché sono falsi e suonano falsi, hanno pessime pronunce e testi banali e privi di poesia. Da quando scrivo su Temtö, ho inconsciamente deciso che avrei recensito solo ed esclusivamente artisti che cantano in italiano. Eppure mi ritrovo qui a parlarvi di Sonic Boomerang dei Bee Bee Sea, una band che viene da Castel Goffredo, in provincia di Mantova. 

 


Ho deciso di recensire questo album mentre ascoltavo la opening track omonima. Non dopo averla ascoltata, mentre. In un minuto e mezzo, mentre ero frastornato dal groove del basso e dalle chitarre percussive, ho capito che se i Bee Bee Sea non cantano in italiano è perché non sono italiani. 

 

La loro anima è internazionale.  

Il loro cuore british si nutre di punk, come testimonia il loro motto: “When there's no good shit aroundyou better form a band! 

Le loro gambe sono state montate nelle fabbriche dismesse di Cleveland, Ohio, dove i Devo e i Pere Ubu hanno mosso i loro primi passi. 

La loro testa risiede a Brooklyn, scrivendo testi che adottano una visione del mondo mistica, che congiunge l’ironia della poesia e la dinamicità di uno slogan adolescenziale. 

E poi hanno anche un qualcosina di Oasis, ma quelli continuerò a fare finta che non esistano, come ho fatto per tutta la mia vita. 

 

Non serve un aereo per andare a farsi un giro in California, basta ascoltare il primo singolo da Sonic Boomerang, “D.I. Why Why Why”. E non serve fare un incidente in macchina per ritrovarsi il collo martoriato, basta muoversi a tempo con “This Dog Is The King Of Losers”. 



Da quanto tempo non vedevamo una band italiana con serie ambizioni internazionali? Una band che fa tour europei, una band che respira gli USA, una band che ci fa ritrovare una loro canzone nella colonna sonora di una delle serie tv più popolari dell’ultimo decennio. Perché si, The Garage One dal loro primo album è in una puntata dell’ottava stagione di Shameless. Tutto ciò per una band italiana è strano, inaudito, e mi fa chiedere come mai questi ragazzi non abbiano ancora fatto il botto, quello vero. Ma sono sicuro che il loro tempo arriverà. 

 

Ne sono sicuro, perché quando ascolto la voce di Wilson Wilson non penso nemmeno per un secondo che stiamo parlando di un ragazzo italiano. Non basta una buona pronuncia. Non bastano dei testi scritti bene in inglese. Bisogna essere convinti, e Wilson ci crede. La sua attitudine, condivisa dal resto della band, porta i Bee Bee Sea ad essere credibili. E sono pochissimi gli artisti italiani che riescono ad essere veramente credibili. E a non essere banali. E, per citare una delle gag più famose di Boris, ad essere così poco italiani. 

 

Ed è così che concludiamo questa recensione. Andate. Immediatamente. Ad. Ascoltare. I Bee Bee Sea. E ringraziamoli, tutti insieme, per essere così poco italiani. 


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Per Conoscerli Meglio ➡️ Bee Bee Sea | Wild Honey Records | T.U.P. Studio | HOODOOH



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