COSA FARE AL BUIO? ASCOLTARE “ONE MORE” DEI BLACK OUT BAND!
di Nat Vescio
Cuffie on board e premi play.
Chiudi gli occhi e ti senti in sospeso fra la realtà e la ricerca di un senso, rincorrendo gli echi di una sensibilità notevole.
Così voglio presentarvi Edoardo (chitarra, voce), Sebastiano (batteria, voce) e Giacomo (tastiere, sax), della veneta Black Out Band, volutamente privi di basso e in costante ricerca di un sound nuovo e di nuove tematiche nelle loro composizioni, che il 24 Novembre 2022 hanno pubblicato “One More”, secondo EP registrato e prodotto da Christopher Bacco di Studio 2 Recording, dopo tre anni dall'ultimo disco “Cosa Rimane”.
Ma cos'è “One More”?
Come i quattro elementi danno origine a tutti i fenomeni del cosmo, così i quattro brani che compongono One More, di narrazione e genere differenti, donano identità e significato all'album.
“And Mist Comes Again” (nel cui testo troviamo il titolo dell'album) racconta della nebbia come di una coperta che si può stendere sopra le paure di ognuno di noi; Mostra un andamento acustico assolutamente placido ed etereo che inizia come una ballata dai dolci arpeggi che ti sorprende e si adagia per poi esplodere in un finale elettrico corale soul/gospel di suoni e voci che riempiono l'anima.
Carica di rifiniture atmosferiche è la seconda traccia “When The Fire Stops Burning” che continua, apparentemente, quell'attitude di quiete e pacatezza ma cela in realtà rabbia e sconforto per la totale indifferenza dell’essere umano nei confronti del cambiamento climatico, in un finale straordinariamente prog (come ci sono arrivati?).
Nel brano successivo, invece, ti lasci coinvolgere e tentare dalle anime dannate e dirette all'Inferno!
Già, tutti accalcati con boccaloni di birra a ballare sui carboni ardenti nella caldissima tana southern rock and blues di “You Fools!” , una carica massiccia di testosterone per chi non ha paura d'osare!
L’EP termina con “The Road Is You” , brano evocativo che traspira l’essenza, un po’ segreta e interamente mistica, di universi musicali profondissimi: magicamente, ti ritrovi in alta montagna e sembra quasi di poter ascoltare i propri passi sulla neve bianca, quel suono ovattato che dà l’impressione di essere soli al mondo quando, invece, soli non si è.
C'è sempre qualcosa in più, c'è sempre una soluzione per ogni problema, una possibilità di uscire dal buio e tornare a respirare.
Come una spada che dev’essere temprata con cura e pazienza, son sicura che cura e pazienza siano state altresì un vero e proprio mantra nella registrazione di questo lavoro dei Black Out Band in cui non sono presenti tempi bui e il viaggio procede naturalmente con fasi più irruenti, sonorità e momenti evocativi.
Il valore principale dell'opera è la capacità di trasmettere in modo immediato quei sentimenti che hanno ispirato le composizioni e il trasporto non trascura la qualità esecutiva.
Non siamo di fronte a un lavoro buttato lì, c’è molta capacità che viene sapientemente usata ai fini della narrazione e i ragazzi hanno le idee chiare!
Per conoscerli meglio: Black Out Band | Studio 2 Recording | Conza Press
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