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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

TEMTÖ TUNES: "THE MOLLUSK" TI CAMBIA LA VITA

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  di Silvestro Perri 1998. Stephen Hillenburg è un biologo marino statunitense, che un giorno decide di creare un cartone “con lo stile di Bugs Bunny, ambientato in fondo all’oceano”. L’idea per quel mondo colorato e colmo di personaggi stralunati, che fosse così lontano dall’umanità che viviamo tutti i giorni eppure così vicino alla condizione umana, gli venne mentre ascoltava “The Mollusk”, l’album dei Ween di cui vi parliamo oggi. E quel cartone animato era Spongebob. Non esiste un vanto migliore per un album. The Mollusk è un concept album a tema nautico e marittimo, le cui atmosfere dark non sono riconducibili a nessun genere in particolare. Art rock? Celo. Psichedelia? Celo. Ballad pop? Celo. Rock sperimentale? Celo. Rock progressivo? Celo. Musica demenziale? Celo. Sea Shanty? Celo. Musica banale e già sentita? Un sonoro MANCA. Non avete idea di quanto sia difficile scrivere questa recensione, perché questo album mi ha cambiato la vita e potrei benissimo scriverci su una tesi di

TEMTÖ TUNES: VERBENA. E NO, NON È SCRITTO SBAGLIATO.

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  di Saverio Marasco   I Verdena, che cazzo di viaggio. Due fratelli, dalla fredda e rurale bergamasca di fine anni 80". ‘Sta tipa, la più figa di tutte già solo perché suona il basso. Molto di più. Ben prima dell' exploit provinciale delle lande desolate di Vasco Brondi & Co. (anni ‘10, sembra un così remoto ricordo), la provincia vera era un maglione abnorme e slabbrato, il più delle volte da lavoro. Enorme e semplice e sporco da fare schifo. Verbena. Il primo nome sul primo EP di Alberto e Luca, col sogno della rockstar in casa. Poi l'esplosione del punk rock e del rumore e della musica. Qualsiasi ritmo, basta che esca fuori pestato fortissimo. I paragoni, i Nirvana italiani. Questa, forse, l'accusa - o la minaccia - che fin dalle prime apparizioni televisive aleggiava su quei 3 ragazzini scapestrati. Parliamoci chiaro: in alcuni primi e sbrilluccicanti momenti ci hanno provato a fargli mettere quel costume - vedi i primi live ad Odeon

CHE FANTASTICO GIOCO È LA VITA! “EXIT” DI BLINDUR

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  di Nat Vescio Viene presentata la vita assimilata a un gioco, fatto di dadi da lanciare, di tentativi, di riflessioni e di dubbi, cantando il suo senso, per esigenza, attraverso un flusso che non cerca necessariamente risposte: sono queste le regole di “EXIT” , il terzo e nuovo album di Blindur , pseudonimo del songwriter e producer Massimo De Vita , uscito il 30 settembre per La Tempesta Dischi con distribuzione Believe Italia .  Il ritorno di una delle realtà più riconosciute della scena alternativa dell’ultimo decennio: il progetto, infatti, ha già all’attivo due album in studio, partecipazioni in importanti festival internazionali e numerosi premi. Tra i riconoscimenti più recenti il ‘Premio Amnesty Italia ’ - sezione Emergenti 2021 , il Premio AFI e il Premio della Critica a ‘ Musicultura’ 2020 e la Targa “Beppe Quirici” per il miglior arrangiamento al Premio Bindi 2020 , che si aggiungono ai numerosi riscontri ottenuti fin dal suo esordio come il Premio Fabrizio De

TEMTÖ TUNES: "SPARE RIBS" DEGLI SLEAFORD MODS

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  “When did I get so fucking down on my knees?” La rabbia è un’emozione meravigliosa, capace di evocare una cupola intorno a chi la esprime, escludendo ogni input esterno e isolando ogni sensazione, amplificandola ed esasperandola. Oppure puoi essere gli Sleaford Mods, e utilizzare la rabbia in maniera giocosa, declinandola sapientemente su un groove dissonante fino a coinvolgere chiunque abbia le orecchie e la mente aperta. Ascoltando il loro ultimo lavoro “Spare Ribs” (2021, Rough Trade Records), Temtö si è ritrovato ad incanalare un concentrato di rabbia working class talmente pesante da essere pericoloso. Nella fattispecie, ascoltando questo album in cuffia mentre facevo la spesa, ho risposto “che cazzo vuoi?” a un signore che mi chiedeva di farmi più in là con il mio carrello. Insomma, disobbedienza civile (anche se poi ho chiesto scusa al signore). “I wish I had the time to be a wanker just like you, and maybe then I’d be somewhere lovely and warm just like you” In un album che r