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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

DIALOGHI EFFIMERI DAL PROFONDO DELLA CAVERNA: "Contemporaneità" dei MORGANA

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di Saverio Marasco   Grigio. Però luminoso. Questo è l'asfalto quando lo percorri con la pioggia e con il sole. Profondi i pensieri, quando sono grigi e raggianti. Quando provengono da un pertugio duro e stretto come possono essere quelli che geologicamente richiamano un certo tipo di sonorità e comunicazione. Le grotte, le caverne. Gli ampi spazi sotterranei in cui si muovono band come i MORGANA , gruppo post-punk/coldwave fiorentino che lo scorso 1° agosto ha pubblicato il primo disco "Contemporaneità" (Low Ambition Records/Contraszt Records). È uscito in estate, ma è con queste prime piogge autunnali che dà il meglio di sé. I MORGANA nascono nel 2019 e sono in quattro: Bri alla voce, Sola alla chitarra, Ivan al basso e Valeria alla batteria. Il disco, invece, è un remastered di pezzi della prima demo del 2020 insieme a due singoli ed un inedito; il tutto condito da una fiera identità DIY. Le riprese, non a caso, presso il centro sociale CSA nEXT

“GREASY KINGDOM” : LA PSICHEDELIA GLITTERATA SPALMABILE DEI GREASY KINGDOM

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di Nat Vescio Se siete amanti delle sonorità psychedelic , di quella musica che fece epoca alla fine degli anni 60, e v'inebriate sentendo quel glam rock nato come rivolta glitterata contro il rigore inglese, allora siamo davanti al gruppo che fa per voi! I Greasy Kingdom nascono tra Assisi e Foligno da una manciata di canzoni scritte da Andrea Tocci (Granits, Wonder Vincent, Gattuzan) e Filippo Ciccioli (Ground Wave, Gattuzan) a cui si unisce poi Debora Contini al clarinetto e voce. Hanno da poco registrato l'album d'esordio “Greasy Kingdom” al “Pom Pom Studio” di Roma collaborando con Giulio Catarinelli e Deno Scott Sambrotta e, a partire da Luglio 2022, sono in tour musicando lo spettacolo teatrale “House We Left” di Alessandro Sesti , un viaggio dentro le inquietudini, le emozioni e le speranze di un gruppo di donne e transgender di un carcere femminile. Le nove tracce che compongono il debut album viaggiano sulle frequenze di uno psych-pop vivido, volu

BUBU SETTETE: "PEEK-A-BOO!" DI SOMMA ZERO

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  di Silvestro Perri Beh, ci sarà un motivo se è la terza volta che recensiamo Somma Zero, un artista che abbiamo conosciuto con il suo primo lavoro discografico e che abbiamo visto crescere e cambiare davanti ai nostri occhi (o magari con le nostre orecchie). Il suo primo EP “Regina di picche”, nella sua aggressività, tradiva la timidezza intrinseca del rapper e produttore pavesino, che cambia il gioco a suo piacimento, seguendo una parabola ascendente che lo porta a non riuscire più a stare zitto. Eppure la necessità di esprimersi di Somma Zero ha una spinta fortemente analitica: il suo rap è più che mai conscious, il suo flow sempre più ordinato; e PEEK-A-BOO! rispecchia perfettamente questo percorso artistico. In questo lavoro Somma Zero abbandona la veste di produttore, facendosi scrivere la basi da Davide Bava e concentrandosi maggiormente sul lato della lirica e del pensiero personale. Se da un lato ci mancano i beat a cui questo ragazzo ci aveva abituato, possiamo apprezzare la

IL "BLUES" IN UNA STANZA: IL TERZO DISCO DI DROWN

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  di Saverio Marasco   Una stanza disordinata, dove perlopiù le cose vanno a morire. La luce, serrata, che oltrepassa la polvere che, statica, riempie l'aria del piccolo sgabuzzino. Non al centro, bensì defilato, troviamo l'osservatore - nonché l'inquilino - di questo trambusto. Drown , nato Alberto Bombarelli, è la profondissima voce fotografata in "BLUES" (2022, Selvatico Dischi), terzo lavoro in studio di questo poliedrico cantautore. " BLUES " è registrato tra Padova e Venezia ed è uscito lo scorso 24 giugno. Cantautorato proto-hipster, con quel gusto per la melodie arzigogolate. Queste scelte sonore, spesso e volentieri, possono portare fuoristrada fino a stuccare, rendendosi l'insidia maggiore per questo tipo di songwriting . Drown, però, riesce con naturalezza a domare le direzioni che vuol fare prendere alla propria musica ed alle tante influenze del suo narrato. Suonato da Alberto stesso e da Elia Sommacal (che ha curato la