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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

TORNARE BAMBINI: LAPARA E IL LO-FI ZUCCHEROSO

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  di Silvestro Perri Immagina di tornare bambino , quando i suoni erano poco definiti e le nozioni che imparavi non penetravano a fondo dentro di te, ma galleggiavano nell’aria. Immagina di tornare ad un momento in cui gli animali non sono una presenza inevitabile e poco interessante nel mondo, ma costituiscono una fonte di curiosità e paura . Era un po' che non mi sentivo così, poi un pomeriggio ho ascoltato “Tutti gli animali del mondo”, il primo EP pubblicato da LaPara. Se c’è un genere difficile da descrivere, questo è proprio il pop lo-fi, e il progetto LaPara sfugge ad ogni definizione . Non si può rimanere indifferenti ad un sound del genere, che non ricorda niente di esistente e che ha tutte le carte in regola per conquistare le classifiche. Suoni giocosi e avventurosi definiscono un EP d’esordio che vanta una produzione che non smette mai di catturare l’attenzione, ma non è tutto qui. Cominciamo coi testi. Che sono strani . Ma come fanno a non piacerti? Più che esplorare u

LA TONICA AFFERMAZIONE DI SIGNIFICATO DEI SOLARIS: “UN PAESE DI MUSICHETTE MENTRE FUORI C’È LA MORTE”

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  di  Nat  Vescio       Io non so come sono incappata in quest'album ma è stata senz'altro una delle migliori scoperte da quando scrivo su  questa webzine (e fortuna che c'è stata!).   Non sono sicura di ricordare la mia espressione nel leggere il titolo – che si rifà ad una frase dell'ormai amatissima serie tv nostrana Boris – ma sono stata invasa da un coinvolgimento tanto mentale quanto spiri tuale fin dal primo ascolto.   L'impatto, dunque, è forte : scorre con grande impeto, accarezza alcuni miei impulsi e infonde curiosità.   Più tardi capirò che  Solaris  è qualcosa di maestoso che imperversa nelle cuffie di chi vuole ascoltare.   “Un paese di music hette mentre fuori c'è la morte”  è la prova di forza.     Nelle fotografie non sempre dominano silenzio e vuoto: spesso sviluppano frastuono, urla di dolore e rumore di fondo quasi assordante, talvolta anche speranza.   La copertina è uno scatto in bianco e ner o a cura di  Andrea Zanni  che, con assoluto val