PUBBLICITA’ INGANNEVOLE: “LA VITA, L’AMORE E QUELLO CHE RESTA.” DEI RECLAME

 


di Silvestro Perri

“La vita, l’amore e quello che resta.” è un titolo lungo, degno di un album del quale si potrebbe parlare a lungo. Lo abbiamo ascoltato più e più volte, cercando di capirne i temi, i motivi musicali e le intenzioni, ma dobbiamo ammettere che è stato un processo difficile. L’opening-track, “Conseguenze”, apre la scia ad un’esperienza ordinaria e squisitamente pop. O almeno questo è quello a cui ci eravamo preparati. Eppure, tenendo fede al loro nome (e in qualche modo facendo proprio il contrario) i Réclame sono riusciti a stupirmi, presentandosi in maniera ingannevole, come una pubblicità con diversi layer di interpretazione.

Procedendo lungo la track-list, per quanto abbia apprezzato ogni singola canzone, non ho smesso nemmeno per un secondo di farmi domande, e di cercare di inquadrare questo disco. Ed è così dannatamente difficile. E’ un’opera artistica fatta di voci dolci, soffuse, sussurate, riverberate con gusto; le chitarre non sono protagoniste, le tastiere e i sintetizzatori riescono nel loro compito di tessere un contorno sonoro solido che non sale quasi mai alla ribalta; la batteria ha pochi momenti in cui le è concesso brillare, eppure l’uso occasionale di percussioni e rinforzi ritmici le dona una forza inaspettata. Ero convinto di ascoltare un album pop, e invece mi sono ritrovato a vivere un’esperienza cantautoriale. 


Ho capito di non trovarmi di fronte ad un’opera pop, e nemmeno indie, analizzando i testi. O meglio, evitando di analizzarli. I testi facili e immediati si lasciano interpretare senza problemi, non vedono l’ora di svelare i loro segreti, e molte volte di segreti proprio non ne hanno. Invece l’ermetismo (e a volte quasi non-sense) dell’album dei Réclame mi trattiene dall’esprimere giudizi. So bene che chi ha scritto queste frasi ha qualcosa dentro, non serve il mio input per decifrarne i pensieri. Eppure ce li ha donati, e noi gliene siamo grati.

Se alcune canzoni, come “E’ tutto niente” e “Per innamorarci”, hanno ritmo e vantano melodie di basso che si fanno notare e soluzioni melodiche particolari, altre sono più nebulose, delicate e (oserei dire) soffici. Tuttavia questo non è un disco perfetto, nonostante le sue buone promesse. Personalmente avremmo gradito sentire un po' più di sperimentazione e variazioni nel sound, che per quanto consistente finisce per risultare ripetitivo. 


Riassumendo, “La vita, l’amore e quello che resta.” è un prodotto più che valido, che porta dentro di sé i germi della grandezza, nonostante alcuni difetti che ci portano a non apprezzare il comparto musicale tanto quanto quello espressivo. Vi consigliamo di ascoltarlo e porvi delle domande, come abbiamo fatto noi. Ci vediamo questa domenica per parlarne direttamente coi Réclame!

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