VOCE A TRANSISTOR. "Intermission", Country Feedback.

 

di Saverio Marasco

 

La musica fresca, appena uscita, proprio appena pubblicata, è sempre bella.

O meglio, è sempre bello approcciarvisi per avere la sensazione -ora più che mai- che la musica si muova.

"Intermission", di cui parliamo oggi, è uscito venerdì scorso 11 Marzo per MiaCameretta Records, ed è stato un disco che s'è preso -e si prenderà- il suo tempo per essere pienamente assimilato.

Preceduto dai due singoli "Enemy" ed "Orson Welles", soprattutto quest'ultima ha catturato la mia attenzione nel suo essere così volutamente zanzarosa, quasi da infastidire.

In realtà, ascoltando poi il disco, capisco bene la sua coerenza con il Mood dell'album; nel suo sovrapporsi di rumore, conquista per il menefreghismo di quell'attimo di Chaos che precede il leggero -ma determinante- cambio di rotta in cui si imbarca il finale del pezzo. Un'orchestra semi-distorta che, armonizzando con il resto, chiude il piacevolissimo frastuono.


Antonio Tortorella, volto e mente di Country Feedback, ha alle spalle un vita musicale ricca ed intensa.

Attivo da anni nella scena laziale, Antonio fa dell'essere polistrumentista la caratteristica principale della propria visione d'insieme, con un focus preciso sulle diverse componenti dei brani, rendendole intellegibili ed indipendenti: insomma, libere.

Strascichi di college rock si mischiano ad una concezione più matura e per certi aspetti sperimentale di songwriting che unisce vecchio e moderno, batterie campionate, sax e tromboni.

Una grande ricerca sul meglio dei suoni classici - buon merito anche a VDSS Recording Studio - riesce a riadattarli all' attualità: perfino il piglio più piacione, più "pop", riesce ad emergere nel modo migliore possibile, ovvero tramite melodie che si poggiano -ed incollano- alle orecchie dell'ascoltatore.

Country Feedback nasce dagli anni 90", e non può che portarli con sé: l'atmosfera alternativa, molto naïf, permea l'ascolto di pezzi come "Music Is a Mirror" e "Not Quite My Tempo", dove riabbiamo le belle citazioni orchestrali, che già da qualche anno fanno la fortuna di ottimi gruppo indie-folk come The Lumineers ed Of Monsters and men.

 Di "Music Is a Mirror" -dedica alla Musica di Country Feedback -  l'atmosfera rarefatta, velatamente psichedelica, avvolge stili e sonorità diverse che, in una summa brillante, rifiniscono il pezzo.

Apprezzatissima anche, verso la fine del disco, la strumentale "Reverse Engineering", passaggio doveroso -se non obbligato- per un artista che è musicista a tutto tondo.


Costante del disco rimane la voce, mediosa e nasale, di Antonio Tortorello.

"Voce", si badi bene, esteso anche al suonare stesso di quest'album.

Country Feedback sembra cantare e risuonare come da una vecchia radio a transistor che, nell'economia del disco - oltreché del progetto - dà quello stampo più roots di cui sentiamo la nostalgia: esattamente come quei vecchi aggeggi, la voce stracciata dalle medie frequenze sarà quello che ricorderemo di quelle radio lì, per l'immediata riconoscibilità.

Sgranate ma calde, compatte e penetranti, quelle radio lì si fanno ancora desiderare per l'essere sporche, ma sdolcinate.

Sicuramente più lo-fi del primo disco ("Season Premier", 2020), il secondo lavoro di Tortorella arriva con una passione ritrovata, mai sparita, che languida si insinua tra le trame musicali dei 9 pezzi di "Intermission".

L'unica curiosità rimasta è forse sentire il progetto cantato in italiano.

No, non si chiedono queste cose, vero.

Ma: ricreato in maniera nostrana, che effetto avrebbe questo sound qua?

Bella domanda.

Ma, sulle scelte artistiche, si discute e mai si sentenzia, per capire anche come fare crescere l'ambiente musicale intorno a noi.

E l'idea in Country Feedback è interessante al punto che, quasi quasi, potrebbe davvero far del bene alla musica nazionale.

 

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Artwork di Giacomo Capolupo



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