UN PACCO REGALO PER SCALDARCI: "SOSPINTI DA UNA MASSA REMOTA" DEI PUT PURANA
di Silvestro Perri
Ci siamo passati tutti: fa freddo fuori e fa freddo dentro, e cerchiamo qualcosa che ci scaldi, un pacco recapitato fuori dalla nostra porta di casa con dentro emozioni, logiche strane e teoremi esistenziali. Questa settimana Temtö vi propone proprio quello, e non è il classico “pacco da giù”, bensì un pacco “da dentro”, rappresentato dal debutto discografico dei Put Pùrana.
“Sospinti da una massa remota” si apre con “Intro”, una premessa quasi soffice, parlata, che introduce una voce narrante che ci accompagnerà lungo il viaggio. Non illudetevi, questa dolcezza inizia e finisce nel primo pezzo, perché il resto dell’album è crudo, quasi completamente in scream, e con forti sonorità e tematiche emo-core. Sappiamo benissimo che questo disco non è per tutti, ma se riuscite a beccarlo nel momento giusto riuscirà a scaldarvi dentro.
E’ difficile descrivere musicalmente queste canzoni, perché sono sfuggenti, scorrono e fluiscono e si insinuano nelle crepe della tristezza di chi ascolta. Hanno ritmo senza essere banali, con chitarre forti e interessanti che riescono a non essere prepotenti. La voce si staglia su questo background, a volte cozzando intenzionalmente col resto della canzone, e volte portando a conclusione melodie inaspettate e coinvolgenti. Noi la vediamo così: sono canzoni un po' punk, un po' emo, un po' pop, un po' tutto. Ma soprattutto sono canzoni per chi ha bisogno di sentirsi parte di qualcosa, ed è difficile rendere un concetto del genere in versi, figuriamoci riuscire a farlo con la musica. Wow.
Il fascino dei versi urlati è innegabile per chi ha esperienza con il genere, sono viscerali, nudi e crudi, sfuggono ad ogni retorica generalista. Appartengono ad una poetica del tutto personale, e vi invitiamo ad andare a cercare online i testi di quest’album, perché vale la pena capire cosa c’è dietro ogni urlo e ogni ruggito.
Ok, ve lo diciamo noi: sarebbe banale dire che c’è della poesia, perciò diremo che c’è della prosa, e non c’è niente di sbagliato in questo. Ogni canzone è una storia personale, esposta in maniera razionale, con disquisizioni e vere e proprie seghe mentali. E’ tutto così realistico che potrebbe essere uscito dalla mia testa. O dalla tua. Di fatto, non fa altro che ricordarci che anche quando pensiamo che nessuno provi le nostre stesse emozioni, ci sbagliamo.
Vi invitiamo ad ascoltare tutte le canzoni tratte da “Sospinti da una Massa Remota”, come “Continui a Svegliarmi”, che andrebbe rigorosamente ascoltata verso le 2 di notte, con la testa nel cuscino e senza riuscire a prendere sonno. Non aiuta a dormire, ma ci si sente meno soli. Oppure come “Conseguenze”, la cui pesantezza lirica (e si, lo intendiamo come complimento) fa quasi a botte con la musicalità aperta del pezzo.
Domani saremo in diretta con i Put Pùrana per parlare di questo disco, e abbiamo tantissime domande. Venite a farci compagnia!
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