“La provincia in pace”: If There Were dei Mykyta Tortora


di Davide Caligiuri


Ci sono cose che, irrimediabilmente, ormai io collego alla provincia.


Qualcosa di più dell’assenza di mezzi pubblici; dei lunghi pomeriggi vuoti buttati su giardinetti o palazzi prossimi al crollo, piccoli angoli abbandonati in cui ci rifugiamo, perché son solo nostri e nessun altro ci troverà mai lì; delle figure che ti accompagnano dall’infanzia, piccoli eroi di nessuno; del desiderio di fuga, dell’alcolismo, delle droghe leggere.


E’ quella sensazione, o emozione che dir si voglia, che forse ha un nome ma non lo conosco: un punto d’incontro fra la nostalgia, il rassicurante ripetersi degli eventi, e il vuoto positivo di non avere scelta se non costruirsi la propria via di fuga, il proprio mezzo per liberarsi dalla monotonia e dare sfogo alla fantasia e alla curiosità.


E’ uno spirito che ho visto e rivisto, vissuto e rivissuto più e più volte, nella vita di tutti i giorni e nella musica di molti musicisti. E spesso nella musica emo (quella più contenuta e modesta, come gli American Football o Tiny Moving Parts, opposta a quella più roboante e teatrale di artisti come i My Chemical Romance e affini) risuona profondamente di questo sentimento.


If There Were, primo EP di Mykyta Tortora, nasce profondamente conficcato in questa emozione, in questo mix agrodolce fra desiderio e rimorsi; e anche musicalmente, si configura come un lavoro calabile proprio nella corrente dell’emo che abbiamo nominato prima.



If there were è un pezzo d’apertura soffuso, condotto da giri semplici e delicati: il cantato, per quanto protagonista, si mescola delicatamente collo strumentale. Pezzo semplice e avvolgente, senza particolari cali ma senza particolari climax.

Birth è un simpatico, quanto un po' anonimo, intermezzo. Lega molto bene col pezzo successivo

Spring riprende le scelte stilistiche dell’opening, riuscendo però maggiormente nel suo intento: in tre minuti e mezzo riesce a creare una sorta di crescendo emotivo e sonoro, pur senza uscire mai dall’atmosfera molto da ballad. Pezzo più riuscito insieme al successivo

Women è il pezzo che forse più tradisce influenze differenti rispetto agli altri: i cori in background, sonorità più particolari e la ritmica nella prima metà del pezzo, per quanto lontano dalla matrice emo, si amalgama comunque molto bene con la seconda metà e crea una piccola e dolce ballata. Peccato per il finale un po' brusco.


Alla fine, il debito di Mykyta verso autori come Modern Baseball, American Football, Into It. Over It. ma anche alternative rock inglese come Oasis e Kings Of Leon non si può negare. I suoi pezzi risuonano di queste influenze, anche se vengono stemperati da una certa dolcezza e delicatezza, un’assenza di crescendo e di forzature, che evita di scadere nell’imitazione.



If There Were si configura come un EP di ballate e intro, lasciando aperta la possibilità di sviluppi anche differenti nel suo sound, e conseguentemente rivelando poco sulle intenzioni del gruppo.

Quello che possiamo sentire qui, però, è davvero molto curato, ricco di piccoli dettagli, e scorre bene senza particolari cali. Un buon biglietto da visita, questo è certo: ma cosa altro sa offirci questo progetto? Solo il tempo potrà dirlo.


Per ora, vi consigliamo di dedicarvi all’ascolto, e aspettare e vedere. Abbiamo ottime speranze.

 

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Per Conoscerlo Meglio ➡  Mykyta Tortora | Costello's | Artist First

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Artwork di Giacomo Capolupo
 
 

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