IL MOOG IPNOTICO COLPISCE ANCORA: "TUTTO A POSTO" DI BONGI

 


di Silvestro Perri


E’ settembre, e nel cercare un artista che potesse accompagnare degnamente questa stagione di nuovi inizi, ci siamo imbattuti in un pomeriggio di pioggia in BONGI. Ed è stato amore quaaaaasi a primo ascolto, perché nonostante sia un artista con un’identità solida e con una cifra stilistica originale, non si è svelato immediatamente. La prima volta che abbiamo ascoltato le sue canzoni la sensazione predominante era la perplessità, scaturita dal sospetto che mancasse qualcosa, poi l’illuminazione: mancano tantissime cose, ed è giusto così. 

“Tutto a posto” è l’EP di esordio di BONGI, e francamente vorremmo dirvi qualcosa di più su questo artista ma non siamo riusciti a trovare molto a riguardo, quindi lo descriveremo in maniera un po' poetica, prendendoci qualche licenza. BONGI è un produttore che utilizza il sound design in maniera molto precisa, tira fuori atmosfere sorprendenti e condisce il tutto con una voce interessante. Unisce la dolcezza tagliente del pop di alcuni pezzi alla Frah Quintale alle dolci rasoiate di alcune produzioni degne dei primi Subsonica. Non sappiamo quanto di tutto ciò rispecchi il personaggio reale, quindi che fortuna sapere che domani sarà in diretta con noi su Instagram per rispondere ad ogni nostra domanda! (Una sola cosa sappiamo di sicuro: compone le sue canzoni con un Moog bianco, e questa immagine è di una dolcezza infinita, già gli vogliamo bene.)


Abbiamo già detto che alle sue canzoni sembra sempre mancare qualcosa? Si, l’abbiamo detto. Ma non abbiamo detto cosa, e nemmeno ci spetta affermarlo con certezza; la sensazione è che i vuoti in alcune sezioni melodiche delle sue canzoni siano voluti, una spinta alla ricerca interiore. Ascoltando la canzone “Tutto a posto” (che dà il nome all’EP) sembra che manchi una linea di basso solida, che funga da messa a terra per la melodia subsonichesca delineata dalla voce di BONGI nel ritornello, eppure il disappunto iniziale si è trasformato in stupore e serendipità con gli ascolti successivi. Perché la linea di basso in realtà c’è, la dipinge il mio cervello ad ogni ascolto, e questo processo di autocompletamento mi rende ancora più partecipe nell’ascolto di questo EP.

La cosa bella di “Tutto a Posto” è che non ci sono pezzi deboli, ogni canzone è diversa e trasmette qualcosa di nuovo e interessante, come “Verde”, la cui strofa veloce e arzilla viene spezzata da un ritornello che non esce più dalla testa con la sua riflessività e lentezza, accompagnata da un synth ipnotico, o “Solo dalla testa”, il pezzo più forte di questa collezione, frenetico, cangiante, martellante.


Abbiamo parlato della produzione, dell’intensità, delle sorprese melodiche, e rimane solo un aspetto da affrontare: i testi. Un EP come questo è così promettente e trasformista che poteva essere affondato da una sola cosa: una batteria di testi banali. E invece per fortuna non è così, le parole scelte da BONGI sembrano essere casuali, ma non lasciano dubbi: sono studiate nel minimo dettaglio. Ogni sua descrizione è eterea, campata per aria, frutto di una fantasia che non è la nostra ma che accettiamo in ogni sfumatura perché è vera, e perché nasce dal vero.

Non vogliamo dire niente più di questo, Temtö vi invita solamente ad ascoltare questo EP, nato dalla fantasia di un artista che ci ha fatto impazzire, e che speriamo possa darci ancora nuove emozioni con i prossimi lavori, specialmente considerando la canzone di chiusura, “Elastico”, talmente ipnotica e delicata da sembrare un teaser per ciò che verrà dopo. Non a caso il tema della nostra vignetta della settimana è ispirato al video che la accompagna. Lasciatevi ipnotizzare anche voi.

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