WHERE THE DIVIDED MIND IS NULLIFIED* Mantracore di San Leo




di Davide Caligiuri 

 

Recensire un lavoro strumentale è sia più facile che più difficile. Facile perché si può in fondo interpretare più liberamente, quando l’artista rivela meno chiaramente le sue intenzioni e il suo messaggio; difficile perché in realtà ciò che si rivela è ancora di più la distanza fra interpretazione e significato. Non è il disco che si recensisce, ma il recensore. 

 

Mantracore, dei romagnoli San Leo, è un disco strumentale. Un mattone. Un monolite. Un monumento, una mazzata, scegliete la [m]etafora che preferite. Due pezzi da venti minuti l’uno, nessuna pausa, nessuna struttura lineare, nessuna esposizione delle tematiche/intenzioni degli autori. Solo una pulsazione, scandita da ritmiche cangianti, e da suoni di chitarra che più che armonie sono colori, texture, accenti. Un’overdose ritmica. 

La musica come ripetizione, l’assenza di una struttura “classica”, sono tutti strumenti per creare qualcosa che parla a un livello più basso al gusto estetico dell’ascoltatore; il messaggio non è espresso in parole e non è dato sapere nemmeno se ci sia, e allora la sensazione stessa, l’atmosfera che si crea.  

Il corriere diventa egli stesso messaggio. 

 


MM opta per una ritmica preponderante e droni in secondo piano, a creare quasi un senso di trance, di sospensione, un costante crescendo psichedelicoCore invece sviluppa i suoi droni in lampi acuti di tensione, di disagio, che sembrano quasi invocare una risoluzione in crescendo più intensi: ma la formula è quella, e la ripetizione vince. 

 

Il disco non finisce. Non inizia nemmeno. Il disco esiste, per quaranta minuti abbondanti, nella mente dell’ascoltatore e descrive a un livello più basso di quello del conscio qualcosa che può come non può essere colto. 

 


Difficile valutarlo. Difficile recensirlo. La soluzione, per ogni recensore, è di ricorrere a un bagaglio di simboli e metafore che parlano più di sé che del disco, e nemmeno io vi sarò sfuggito. 

 

Ma qualcosa si può dire: i San Leo suonano maledettamente bene. 

 

E sanno cosa sono. 

 

Time out. 

 

Pace. 

 

א 

 

*Space Orgy – Lungfish ( The Unanimous Hour, 1999, Dischord Records ) 

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Per Conoscerli Meglio ➡️   San Leo | Bronson Recordings

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