IL RICHIAMO DELLA GIUNGLA: “JUNGLE" DI MASSIMO RUSSO
di Silvestro Perri
La musica jungle è caratterizzata da sonorità elettroniche, ritmiche veloci e sincopate, una forte presenza di bassi e campionamenti vocali. Non hai mai ascoltato musica del genere? Sei curioso? Bene, Temtö ha un disco perfetto per te.
Se ascoltassi una raccolta di brani intitolata “Punk”, o “Metal”, vorrei che essa raccogliesse degli esempi puri e didascalici di tale genere. Massimo Russo è un batterista italiano di fama internazionale che l’anno scorso ha pubblicato un EP intitolato “Jungle”, e proprio di jungle si tratta. Ma non esclusivamente.
La musica di questo lavoro d’esordio è una miscela di bassi e sintetizzatori, vibrazioni piatte e melodie schizzanti, un Tarzan che vola nella giungla appeso alla sua liana, e infine scende a terra per suonare la sua batteria.
La title track è forte, ha delle melodie ben mixate anche se forse poco innovative, ma il suo elemento distintivo è l’attenzione ritmica, il suono pulito e incisivo della batteria che non scandisce solo il passare del tempo, ma spinge la melodia: le bacchette di Massimo Russo danno colore alla flora della giungla disegnata dai sintetizzatori.
“Music is all around” è un brano molto più melodico, che forse avrebbe meritato un ritornello accattivante e memorabile, ma che si fa ascoltare con piacere.
“They Go On” è il pezzo forte di questo EP, una canzone intensa, delicata, con delle melodie che inizialmente stupiscono, poi trascinano, portate avanti da un sound chill che invoglia all’ascolto.
Ma uno dei momenti più interessanti di Jungle è la traccia che apre le danze. In tutta onestà, un artista che sa il fatto suo ed è capace di fare musica senza scendere a compromessi non dovrebbe avvicinarsi nemmeno con una tuta anti-radiazioni a musicisti come Ed Sheeran. Eppure Massimo Russo registra una sua personalissima cover di “Shape of you”, con la partecipazione di Alessandra Chiarello alla voce. E… sorpresa sorpresa… è bella. Molto bella. Forse mi ricordavo male? Vado ad ascoltare l’originale, e no, era e rimane un pezzo banale, privo di un qualsiasi gusto musicale. E allora se Massimo Russo può prendere una canzone senza alcun merito e renderla un’esperienza non solo gradevole ma anche coinvolgente, non posso evitare di pensare che avrebbe fatto meglio a scrivere una sua canzone in cui avrebbe potuto riversare il suo stile e la sua disciplina. Una canzone del genere avrebbe fatto faville, anche perché il suo EP dimostra che a Massimo non manca l’inventiva.
Ho definitivamente apprezzato questo EP, al quale non mancano né gli alti né i bassi, e che sicuramente non pecca di prevedibilità.
Aspetterò le prossime pubblicazioni musicali di Massimo Russo, perché già in “Jungle” è riuscito a mettere ordine nella giungla, o magari a trasportare il caos della giungla nell’ordine apparente della musica contemporanea. Però le mie aspettative saranno alte, e mi aspetterò di sentire musica che spinga ogni limite e crei orizzonti sonori nuovi. E, per piacere, niente Ed Sheeran.
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