GIACCHE DI PELLE E STIVALI STRINGATI – CALIBRO 35 E T.A.U. ORCHESTRA SPARANO, MORRICONE RISPONDE - CINGHIALESCO REPORTAGE.


di Nat Vescio e Saverio Marasco 
 

È da un po' che ascoltiamo e seguiamo i Calibro 35 in tutte le loro forme sostanziali e parallele. 
Proprio nel mese passato, questi quattro signori ci hanno fatto compagnia più del solito e, appena saputo della loro partecipazione (insieme alla T.A.U. Orchestra) alla rassegna “Settembre Rendese”, insistiamo nel nuovo vizio del Cinghialozzo di prendere e partire per cercare – al limite dell'abusivo – di strappare un'intervista alla Band di Enrico Gabrielli, Luca Cavina, Fabio Rondanini e Massimo Martellotta. 
 
Il viaggio in macchina iniziato alle 17 – ovviamente per noi a tema Tool – ci porta a destinazione alle 18:30. La nostra macchina d'ordinanza, il vecchio e caro Ed, viene parcheggiata dove ovviamente non si poteva stare: di questo ve ne parleremo tra poco. 
 

In Piazza Matteotti (Rende, CS), i suoni del soundcheck avvolgono le sedie ancora vacanti. Noi ci sistemiamo su degli spalti a lato palco, godendoci le prove. Verso la fine di queste, l'area viene definitivamente chiusa al pubblico, ultimando i preparativi per l'inizio dello spettacolo. È troppo tardi quando ci accorgiamo che noi – così come la nostra povera macchinina – siamo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Spostiamo la macchina. Male. Ci spostiamo noi. Ci ritroviamo in fila. A metà fila. Ok. Sono le 20:00. 


Temperatura a norma e prenotazione esibita. Siamo dentro. 

Sono da poco passate le 21.00 e dalle nostre perfettamente distanziate sedie, ci sale una fame della madonna. Saverio e Davide - avete visto che c'è un nuovo recensore? - vanno in missione “Pizzette”. 

Tornano con ben due pezzi di pizza tagliati in due più piccoli pezzi di pizza. Le rosticcerie, le pizzerie e i bar limitrofi sono stati presi d'assalto dalla folla inferocita e infernale del concerto. 

 

La presentatrice si fa strada sul palco intorno alle 22.00 col microfono in mano. Entra la band. Lo spettacolo si svolgerà in tre momenti, tre fasi che, nella serata di Rende, vi assicuriamo saranno atti perfetti di un twist sonoro tra colonne sonore di polizieschi d'annata, pezzacci della band, e la star della serata: la musica del Maestro Ennio Morricone. 
 

1° Atto. 
I Calibro 35, con tanto di felponi per prevenire il freddo della tramontana, entrano da soli sfidando il buio palco, aggredendolo con alcuni dei pezzi del repertorio storico: “Trafelato” e “Giulia Mon Amour” sono tra le prime che vengono proposte. Ah, ma che meraviglia stiamo vedendo? Incollati dal freddo sulle sedie, l'attenzione è tutta per i quattro musicisti. Ma parliamo un po' di loro: abbiamo Enrico Gabriellimusicista per artisti come Afterhours, The Winstons, Vinicio Capossela e MariposaFabio Rondanini, sopraffino batterista di AfterhousPropaganda Orchestra, I Hate My Village. Massimo Martellotta, chitarra di un gigante come Eugenio Finardi. Ed infine Luca CavinaZeus!. Arto. Collaborazioni con Mike Patton – ricordate il nostro speciale? - e chi più ne ha più ne metta. 
Sul palco sono imponenti. 

 


2° Atto. 
L'Orchestra fa il suo ingresso sul palco. Viene spiegato al pubblico che, attraverso l'avvicendarsi dei Direttori d'Orchestra del T.A.U. (Stefano Amato, Giuseppe Oliveto, Mirko Onofrio, Giuseppe Santelli), questa <<Indagine su Ennio Morricone>> andrà sempre più a fondo. 

Già nel primo atto hanno eseguito un medley tra “Harmonica" ed “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”, capisaldi sonori dai film di Sergio Leone. Ma in questo nuovo atto, a band “ampliata”, siamo totalmente risucchiati e catapultati dentro le ambientazioni noir di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Questo l'inizio. Per la fine viene scelta “La classe operaia va in paradiso” (Capolavoro di Elio Petri del 1971 con Gian Maria Volontè) . Quello che c'è stato in mezzo, è stato un susseguirsi di immagini e sensazioni forti.   



3°Atto.
 

Svolto il suo servizio, la T.A.U. Orchestra lascia il palco di piazza Matteotti. Il momento finale è interamente dominato dai soli Calibro 35. Rimasti soli sul palco, Gabrielli, Cavina e Martellotta si mettono in piedi. A Rondanini, giustamente, viene difficile. I Quattro iniziano col botto – con “Superstudio” cazzo, da “Decade” (2018) – per poi ritrovarsi in fraseggi psichedelici, batterie drittissime e suoni enormi tratti dall'ultimo album “Momentum” (2020, Record Kicks). 
Ti senti fortunato ad essere lì, a goderti alcuni tra i migliori musicisti che abbiamo ad oggi in Italia, in quella soglia tra l'underground ed il dovunque. 
Si alzano in piedi. Poggiano gli strumenti. Applaudiamo. Molti tra il pubblico sono in piedi. D'altronde, cosa si poteva fare dopo un concerto così? 
 
A fine concerto andiamo a parlare con Tommaso Colliva, fonico e responsabile della produzione della band, considerato dal gruppo il quinto membro dei Calibro. Intravediamo Luca Cavina all'entrata del backstage ed immediatamente lo puntiamo. Mentre spieghiamo chi siamo e cosa facciamo, arriva anche Enrico Gabrielli. Cogliamo la palla al balzo e, nonostante la comprensibile stanchezza dei due, riusciamo infine a strappare ai due una videointervista che potete vedere – che bello dirlo. – QUI . 

 


Stanchi tanto quanto elettrizzati, ci dirigiamo verso la nostra cara macchina Ed, parcheggiata poco lontano dalla piazza. Entriamo. Mettiamo i Calibro 35. Ripartiamo. Autostrada. Fine. 

 

NB. Questa recensione è stata scritta rigorosamente guardando “Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!” e dobbiamo dire che l'effetto è figo. Cristo. 

 

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Per conoscerli meglio ➡️ Calibro 35 | Settembre Rendese | Teatro Auditorium Unical Guarda la loro video intervista su YouTube ➡️ Temtö Mag
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