UN DISCO DI COVER PER MEZZ’ORA DI LIBERTÀ: GLI OSAKA FLU E LA LORO “STRANA FAMIGLIA”.


di Saverio Marasco 


Ci sono un paio di cose che negli anni hanno iniziato a non andarmi più a genio. Un paio di cose che ormai mi fanno storcere il naso appena, metaforicamente, lo ficco dentro una canzone: i gruppetti punk e le cover. 
I primi perché ho fatto dell’estetica punk il baluardo di una grossa fetta della mia adolescenza, con risultati tra il ridicolo e la tipica dolcezza infantile dei ragazzini che, non sapendo suonare, si avvicinano ad un genere che ti dice “è ok se non sai suonare, ora spacca tutto.”. Le seconde perché da musicista sfigato le cover band devo odiarle, è un dovere. Ciononostante, la musica punk ben fatta, magari un po’ fuori dai cliché più sputtanati del genere, rimane un qualcosa di visceralmente ancorato alla mia anima.  
Ma le cover punk di pezzi famosi sono state un incubo anche quanto avevo 16 anni. Così stupide, così fuori dal senso delle canzoni stesse che si andavano a suonare. Quindi perché recensire un disco punk di cover? Perché dovete sapere che “La Strana Famiglia”, fatica in presa diretta del gennaio 2020 degli Osaka Flu, è questo: un album di 8 cover punk di canzoni italianeCanzoni di mostri sacri sia del genere alternativo, sia di chi di quel genere ha contribuito a gettarne le basi.  
Ma se pensate di trovarvi davanti ad un branco di ragazzini che coverizzano senza né capo né coda “Don’t Stop Me Now” – The Vandals, perdonatemi. – siete fuori strada. 



Quello a cui ci troviamo davanti, sono innanzitutto tre ragazzi – due fratelli, Francesco Daniele, più Michele – che almeno sanno suonare. E lo capisci subito. Tanto spessore in queglstacchi che, in una presa diretta, non sono facili da ottenere: o almeno, sono impossibili da ottenere se non per una band cresciuta insieme tra marciume e famiglia, facendo come gli pare. L’ultimo baluardo vero di indipendenza in tre persone che si conoscono perfettamente, dal 2010, suonando come pazzi. 
 
E suonando come pazzi, in presa diretta al Rooftop Studio di Arezzo, l’album si apre con l’inno di una certa scuola alternativa italiana: “Io Sto Bene”CCCP. 1986. Affinità – Divergenze e quel titolo lunghissimo di un album che ha sconvolto e forgiato l’ambiente indipendente nostrano. La band di Arezzo la reinterpreta tranquillamente, forse in un punk più tradizionalmente Clashiano/Ramonesiano dell’originale, ma credibilissima. Finisce in caciara con cori che Giovanni Lindo Ferretti &Co., in quegli anni, avrebbero sicuramente apprezzato. 
 
La seconda traccia ha anch’essa un titolo lunghissimo nell’originale, che dagli Osaka Flu viene tagliato un po’“La Zappa Il Tridente il Rastrello” di Rino Gaetano diventa una mazurka punk, iniziando alla maniera del cantautore di Crotone, ma già con una chitarra elettrica al posto del piano. Il pezzo è attualissimo ancora oggi, pur essendo del “76: lo star system cantautoriale dell’epoca è descritto nel testo, ma si potrebbe certamente intendere attualmente per certi ambienti, certe scene, certi cantanti e band un po’ alternativi, ma in fondo come tanti altri. Gli Osaka Flu lo sanno benissimo e la cantano come se l’avessero scritta una settimana fa. Medley d’onore con “Rosita”, sempre dallo stesso “Mio Fratello è Figlio Unico” di Rino.  

Una pisciata, e poi una canzone degli Skiantos, che c’è di meglio? “Gelati” è un brano del 1979, scanzonato e proletario, riportato in quest’album forse con un sound più disteso e sognante, ma sicuramente figlio della scuola di Freak Antoni. Quella pesantissima leggerezza (che riemerge anche nell’arrangiamento) è paragonabile anche al miglior Gaber, di cui “La Strana Famiglia” è sia la traccia successiva, sia il nome dell’album. Ecco, se il mondo Punk bolognese delle seconda metà degli anni “70 e Giorgio Gaber avessero avuto un figlio, quel figlio probabilmente suonerebbe come gli Osaka Flumusica ruvida ma che si prende poco sul serio, testi pungenti ma irriverenti, figli delle classi sociali, figli dell’esigenza di vedersi in sala prove e scrivere del mondo in piccolo, prendendolo allegramente in giro, tra un’altra mazurka punk (questa definizione la sto adorando.) e qualche scorreggino.



Prima di quest’ultimo del 2020, già 3 album degli Osaka Flu ci fanno capire chiaramente l’attitudine del gruppo: “Look Out Kid, “KM183” e “L’Italia è Fuori Dal Mondiale”. Dischi curati ma senza fronzoli, punk e garage sì, ma decisamente con un piglio alternativo classico a cui la band rende omaggio, ne “La Strana Famiglia, con un pezzo dei Diaframma – “Le Alpi” da “Anni Luce” del 1992 – e una bellissima reinterpretazione de “Sui giovani d’oggi ci scatarro su” degli Afterhours. Rendendola una ballad lo-fi nelle strofe, questa versione (forse per l’affetto che nutro nei confronti del brano originale) è il pezzo che mi ha fatto innamorare: la band aretina riprende temi del pezzo contenuto in “Hai paura del buoi?” nel “97 e li sostituisce con parole care alla loro quotidianità, sempre rispettando la potenza di un ritornello manifesto della scena urlata ed alternativa italiana. Ed è proprio questo spirito fresco e sincero che fa brillare la reinterpretazione di queste canzoni. 
 
A chiudere questo disco, questa mezz’oretta in saletta a suonare canzoni, è “Nella mia ora di libertà” di Fabrizio De André. Punk Folk, Punk pestato e sociale che va a sostituire un canzonone anarchico vicino a sonorità prog com’era l’originale di Faber. Per un momento mi sembra di ascoltare addirittura gli Zen Circus, sapendo che questa versione sarebbe stata un ottimo pezzo originale. 
 
Ma in fondo ognuna delle 8 tracce de “La Strana Famiglia” sarebbe stata una gran bella canzone degli Osaka Flu. Questi maledetti sono stati così naturali e genuini – la registrazione in presa diretta fa tanto in questo – nel mettere mano nel filo spinato di canzoni scritte da giganti, che per tutto il disco ho dimenticato l’odio di cui parlavo all’inizio, me ne sono liberato. Ma anche la band in ogni pezzo si libera da qualsiasi pensiero, infilando il jack nell’amplificatore e suonando sinceramente delle cover. Delle maledettissime cover. Scelta? Presa in Giro? Esperimento? Penso l’abbiate già capito cos’è stata: la loro mezz’ora di libertà.

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Per Conoscerli Meglio ➡️  OSAKA FLU | Rooftop


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