OPENING: SFIDA ALL'ULTIMA SIGLA
Vi avevo già annunciato del mio proposito di fare un esperimento con voi attraverso un sondaggio, indagando sulle vostre preferenze in fatto di sigle tv, dove immagini e musica creano un connubio perfetto e diventano il segno distintivo di quello che andremo a seguire.
Quante volte c'è successo di dire: “Che strana quella melodia”, ripetuta mille volte in ogni puntata; Ti entra dentro.
Ti accompagna.
Una cosa è certa: le colonne sonore segnano l'ambiente e i sentimenti di una serie, così l'opening credits, nel bel mezzo della sua epoca d'oro, diventa elemento portante dello show stesso.
Durante questa rubrica sono state proposte svariate sigle di serie tv: dal dark ambient (Vikings) al synth-wave (Stranger Things), dalla musica sinfonica (House of Cards) al southern gothic/folk (Peaky Blinders)... Ma quali sono state le finaliste?
Lo scopriremo qui, insieme.
L'avete eliminata al volo (brutti bastardi) ma io l'aggiungo comunque in questa lista e parto proprio da lei, a parer mio, una Signora sigla.
Volti, corpi e occhi dei personaggi si fondono col paesaggio della Louisiana. Un arpeggio di chitarra reiterato allo sfinimento e una ritmica creata da un ticchettio ossessivo ci catapultano direttamente nel Bayou del Delta del Mississippi. Una serie televisiva eccelsa (in particolar modo la prima stagione) la cui sigla è affidata ai due coniugi Brett e Rennie Sparks che, insieme, formano gli Handsome Family, gruppo musicale alternativo country statunitense in attività dal 1993. La canzone è contenuta nel loro sesto album in studio “Singing Bones” del 2003 e si chiama “Far From Any Road”. Che meraviglia!
La sagoma del personaggio principale (Donald Draper) che entra in ufficio, lascia per terra la sua ventiquattrore e, improvvisamente, tutto inizia a sgretolarsi. La caduta libera di fronte a grattacieli con immagini e slogan pubblicitari, per atterrare su un divano con in mano l'immancabile sigaretta (da qui il “draping”, un meme che indica il posare imitando il protagonista seduto sul divano).
Come colonna sonora serviva qualcosa che riuscisse a catturare la bellezza e il caos del mondo di Don e, in questo, si è arrivati alla scelta migliore: prendi l'album “Magnificent” del rapper americano Aceylone. Bene. Ora togli Aceylone (sorry) e ti accorgi della magnificenza della parte strumentale, a cura del produttore discografico, beatmaker e musicista statunitense RJD2. Con le sue venature jazz, funk, elettroniche e hip hop, “A Beautiful Mine” è diventata il simbolo dello show. Difficile da skippare.
La sigla presenta alcune immagini e scene di repertorio di Pablo Escobar, alternate a tematiche principali del periodo storico: abbiamo agenti speciali, glamour, cocaina e guerriglie (verso la fine s'intravede anche Steve Murphy, l'agente che gli diede la caccia.)
La colonna sonora scelta è “Tuyo” (Tuo) di Rodrigo Amarante, polistrumentista e cantante brasiliano, che ha immaginato di scrivere il pezzo preferito della madre del boss (presenta, quindi, arie anni '50 e '60) e un piccolo Pablo Escobar che progetta il se stesso del futuro dove la voce del cantante è quella dell'uomo che vuole diventare. Atmosfere latine, un po' classiche, la cui parola chiave è “passione”. Tanto di cappello al cantautore sudamericano che ha sfornato questa perla!
Qui siamo nel mondo della fantascienza cari ragazzi e secondo voi che genere può rappresentare bene quest'aspetto se non l'elettronica? Lettere rigorosamente in rosso “neon” vanno lentamente a comporre il titolo della serie tv mentre, in sottofondo, parte il tema composto da Kyle Dixon e Michael Stein della synth band S U R V I V E (di cui fanno parte Mark Donica e quel superuomo di Adam Jones dei Tool). Il raggio d'azione della band è il revival delle sonorità synth-wave, frutto dell'amore per gli Eighties e un ampio uso di sintetizzatori per rendere omaggio agli artisti e compositori delle colonne sonore dei film di quegli anni. Il tutto è molto minimalista ma regala più di un brivido nostalgico.
Nei titoli d'apertura seguiamo il protagonista, Tony Soprano, a bordo della sua auto in giro per la Big Apple, senza mai vedere il suo volto. La colonna sonora è degli Alabama 3, un gruppo altermative/rock inglese degli anni '90, e la canzone parla di riprendersi ciò che è proprio di diritto e si chiama “Woke Up This Morning”: scritta nel '97, è incentrata sulla figura di Sara Thorton, una donna che uccise suo marito dopo anni di abusi (il racconto veste perfettamente con lo spirito di “The Sopranos”).
Fonde musica dance a gospel, blues, rock e country e fa salire una certa grinta + sete di vendetta. Insomma, sei invincibile.
Giuro che non mi dilungherò molto ma qui stiamo parlando di una serie divenuta ormai un oggetto di culto che ha reclutato una vasta schiera di fan (me compresa). Pietra miliare con iconica sigla a cura di quel visionario di Angelo Badalamenti, fidato braccio destro di David Lynch nella cura di altre colonne sonore (Velluto Blu, Strade Perdute, Mullholland Drive, ecc...): si apre con un usignolo appoggiato su un ramo, poi il fumo della segheria Packard per poi passare a vari paesaggi della cittadina immaginaria e ad alcuni dei posti salienti della serie, il tutto in una fotografia dai toni seppia. Il tema musicale,dai toni sognanti e surreali,si adagia su un ritmo dilatato che predispone alla visione di una storia in cui, fin dalle prime battute, il vero protagonista sembra il mistero.
Mondi sospesi tra realtà e sogno avvolti in un nastro dream pop/ambient: la musica dà forma alla visione cinematografica andando ben oltre il semplice connubio tra canzoni e immagini.
Signori, non stiamo parlando di colonne sonore ma piuttosto di “paesaggi sonori” che danno un senso là, dove l'occhio smette di comprendere.
Lunga vita alla coppia Lynch/Badalamenti!
Okay. Non sono molto d'accordo sulla posizione (e nemmeno sulla presenza in questa lista) ma d'altronde me la sono cercata, anyway: la sigla iniziale della serie tv che narra le avventure di medici e inservienti dell'ospedale Sacro Cuore è “Superman” dei Lazlo Bane, un gruppo alternative rock statunitense di Santa Monica, il cui videoclip è stato diretto dallo stesso Zach Braff che, in Scrubs, interpreta il ruolo di J.D.
Durante la riproduzione della canzone vi è un montaggio video in cui si incrociano a più riprese i protagonisti dello show che si passano per mano una radiografia, fino ad appoggiarla su un diafanoscopio. Ripicche e litigi ma anche e soprattutto collaborazione e stima perchè, come ci ricorda la opening di volta in volta “But I can't do this all on my own. No I know. I'm no Superman”.
Un breve ma fantastico riff di chitarra per uno spin-off sulla storia di James McGill, meglio noto come Saul Goodman, l'avvocato dalle mille risorse di Breaking Bad.
Una canzone, quella della sigla, scritta dagli autori della serie Peter Gould e Vince Gilligan e data in mano a Barrie Cadogan, chitarrista e cantante della band londinese dei “Little Barrie”.
Le scene dell'intro cambiano di volta in volta: ecco che vediamo la cadillac di Saul per strada (riusciamo a notare la sua inconfondibile targa “LWYRUP”) oppure il cassetto pieno di cellulari della scrivania dell'avvocato o ancora, la tazza “world's greatest lawyer” che cade e si frantuma sprigionando caffè. Serie tv da guardare assolutamente e opening soul rock – freakbeat da non skippare MAI nella vita (che poi dura solo 10 secondi, dai!)
10 stagioni. 236 episodi.
Tutti, ma proprio tutti, conoscono la coinvolgente sigla di Friends. Forse però non tutti sanno che è un brano della band statunitense The Rembrandts (e anche se ci stava qualcuno che lo sapeva magari ha perso per strada il fatto che uno dei produttori di Friends sposò un membro della power pop band...). Comunque sia, a chi non è capitato di canticchiare “I'll be there for you”o di battere le mani a tempo in quei precisi istanti della canzone? SIETE DEI FAAAAAALSI!
Tornando a noi, alla nostra opening, spezzoni di scene di stagione si susseguono mentre i nostri friends si fanno gavettoni e si divertono canticchiando loro stessi la famosa sigla. La scena finale? Ovviamente l'iconico divano! Che dire... show e canzone mi fanno arrivare a dire: “Vi voglio bene”
Si sveglia, si alza dal letto, beve il caffè, va al centro commerciale, si tuffa in piscina e la sera si ubriaca durante le noiosissime serate mondane: il suo nome è Bojack Horseman.
Signori cari, qui stiamo parlando di una delle serie più riuscite di sempre e la sigla è un ca-po-la-vo-ro! Composta da Patrick Carney (batterista del duo Black Keys, già) accompagna il nostro cavallo lungo gli step della sua giornata tipo. Dal sapore lounge e vagamente blues, è memorabile la presenza del sax, suonato da Ralph Carney, compositore jazz e di musica d'avanguardia, nonchè zio di Patrick, venuto a mancare nel 2017 e a cui lo show ha reso omaggio nel primo episodio della quinta stagione: durante la sigla si può vedere sulla tv del soggiorno di Bojack un'immagine a cartone animato del musicista.
Sorrisi e lacrime, dunque, ma anche credibilità e onestà nel parlare di dipendenze e depressione, proprio come (sembra incredibile a pensarci) questo cartone animato solo è riuscito a fare.
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Ringrazio tutti voi che vi siete cimentati e prodigati nei sondaggi.
Ringrazio anche te che non hai mai votato ma che ora stai leggendo quest'articolo.
Il mio esperimento è volto al termine ma ce ne saranno altri, ve lo garantisco!
Il Cinghialozzo Temtö vi augura sempre una buona musica e una buona visione!
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