TEMTÖ TUNES: "THE MOLLUSK" TI CAMBIA LA VITA

 


di Silvestro Perri

1998. Stephen Hillenburg è un biologo marino statunitense, che un giorno decide di creare un cartone “con lo stile di Bugs Bunny, ambientato in fondo all’oceano”. L’idea per quel mondo colorato e colmo di personaggi stralunati, che fosse così lontano dall’umanità che viviamo tutti i giorni eppure così vicino alla condizione umana, gli venne mentre ascoltava “The Mollusk”, l’album dei Ween di cui vi parliamo oggi. E quel cartone animato era Spongebob. Non esiste un vanto migliore per un album.

The Mollusk è un concept album a tema nautico e marittimo, le cui atmosfere dark non sono riconducibili a nessun genere in particolare. Art rock? Celo. Psichedelia? Celo. Ballad pop? Celo. Rock sperimentale? Celo. Rock progressivo? Celo. Musica demenziale? Celo. Sea Shanty? Celo. Musica banale e già sentita? Un sonoro MANCA. Non avete idea di quanto sia difficile scrivere questa recensione, perché questo album mi ha cambiato la vita e potrei benissimo scriverci su una tesi di laurea. Sarà veramente difficile articolare i miei pensieri in pochi paragrafi ed evitare di sbrodolare incoerentemente affetto per queste 14 canzoni. Quello che farò sarà quindi la cosa che odio di più in una recensione: dedicare un paragrafetto ad ogni singola canzone. E non dirò niente più sull’album, se non ASCOLTALO. ASCOLTALO QUANDO VAI A CORRERE, IN MACCHINA, MENTRE FAI L’AMORE, MENTRE TI FUMI LADDROGA, QUANDO GUARDI IL SOFFITTO, QUANDO CUCINI IL SOFFRITO, QUANDO SCRIVI LE RECENSIONI. Sì, LO STO ASCOLTANDO ANCHE ADESSO.

1) I’m Dancing In The Show Tonight
Sebbene l’intro dell’album sia sprovvista di un tema nautico, fa di tutto per farci capire che non stiamo per ascoltare qualcosa di serio. Allo stesso tempo, al settecentesimo ascolto dell’album, posso affermare con sicurezza che questa canzone vuole avvisarmi che quest’album è di una serietà imbarazzante. Una melodia di piano che è una filastrocca, una serie di voci bizzarre e caricaturali che incanalano l’energia di una recita delle elementari che si prepara a mettere in scena un musical importantissimo. Si va in scena.

First, you take a step then you point your toe
Hope I know it like I did a week ago
Am I standing straight? I can hardly wait
To be dancing in the show tonight

2) The Mollusk
La title-track è la canzone più importante dell’album, senza la quale il disco non sarebbe mai esistito. A dirlo sono gli stessi Dean e Gene Ween. Si, i due membri del gruppo hanno adottato Ween come pseudonimo artistico. Si, hanno scelto entrambi un nome che facesse rima col cognome. Se ti sembra strano, ascolta questa canzone e capirai che queste scelte sono fedeli ai personaggi che si sono creati. 

Bring forth the mollusk, cast unto me
Let's be forever, let forever be free

3) Polka Dot Tail
E’ letteralmente una canzone per bambini, che parte da una balena con la coda a pois, e descrive immagini strane, come un cane che vola, un uomo con otto dita in una mano e un budino distrutto violentemente. Alcuni giurano che la canzone sia una metafora per la demenza senile, altri per un trip allucinogeno (non sarebbe la prima volta con i Ween). Per me si stavano solo divertendo mentre creavano la mia comfort song.

Have you ever made a flan
And squished it in your hand?
Oh no
Tell me it ain't so

4) I’ll Be Your Johnny On The Spot
“Johnny on the spot” indica qualcuno sempre pronto ad aiutare gli altri, quasi quanto questo disco è pronto ad aiutarmi ogni volta che mi trovo in una posizione scomoda. E che sound questa canzone! Un rock molto stoner, uno stile vocale sempre più trasformista, e una melodia stranamente catchy.

My daddy died, left me all he's got
I'll be your Jonny on the spot

5) Mutilated Lips
Probabilmente il vero pezzo forte di questo album, è stato scritto dai Ween durante un trip di LSD, si limita a descrivere per filo e per segno quello che vedevano e sentivano in quel momento, il tutto condito dal suono mellifluo di un sintetizzatore Moog. CHE. POTENZA. DI. CRISTO.

Mutilated lips give a kiss on the wrist
Of the wormlike tips
Of tentacles expanding in my mind
I'm fine, accepting only fresh brine
You can get another drop of this
Yeah, you wish

6) The Blarney Stone
E’ UN SEA SHANTY. UN CANTO MARINARESCO. CON LA VOCE ROCA DA MARINAIO CHE DESCRIVE COSA FA SULLA NAVE. E’ divertentissima, fantasiosa e quando la ascolto non riesco a smettere di canticchiarla per ore.

Aye, aye, aye
Sharpen your boot, and bludgeon your eye

7) It’s Gonna Be (Alright)
Una “break-up song” in piena regola, uno dei pochi pezzi immediatamente orecchiabili di questo disco. Fun fact: Gene Ween era stato appena lasciato dalla sua ragazza, quindi lui e Dean guidarono fino ad Atlantic City, misero 500 dollari a testa sul nero alla roulette: se avessero perso, sarebbero andati al cinema a vedere Toy Story, se avessero vinto si sarebbero fatti una cena da re in ristorante, bevendo Dom Perignon e mangiando aragosta. Indovinate cosa accadde?

It's gonna be alright, baby
It's gonna be alright, love
And if the mist ever lets the sun through
I just hope I did the right thing
For me and you

8) The Golden Eel
Quando sei in un trip da acidi (e aridaje) è difficile descrivere come ti senti. Un modo per farlo è scrivere una canzone in cui si venera un’anguilla dorata come se fosse una divinità mistica, con tanto di assolo ispirato. Anzi, ispiratissimo.

I cannot reveal
The words of the golden eel

9) Cold Blows The Wind
Questa struggente e malinconica ballata folk è una re-immaginazione di… una ballata folk britannica, appunto. Racconta con un linguaggio arcaico e una teatralità spiccata di una donna che piange la morte del suo amato, visitando la sua lapide.

One kiss, one kiss of your lily white lips
And return back to your grave

10) Pink Eye (On My Leg)
Quando gli chiesero di questa canzone, Dean Ween rispose “E’ uno strumentale, non ho niente da raccontare su questa canzone”. Io vi dico che è un piccolissimo trip, poi fate voi.

11) Waving My Dick In The Wind
Immagina, se puoi, un camionista che guida da sei giorni, e non vede l’ora di tornare a casa per riabbracciare (e non solo) la sua donna. Nel frattempo, sventola l’uccello al vento. Non ha senso, e nemmeno questa canzone ha senso, ma mi fa ballare e divertire.

If it all goes right, I'll be in your arms tonight
But I'm waving my dick in the wind

12) Buckingham Green
Una canzone che riporta al prog dei King Crimson e dei Genesis, e che contiene quello che è sicuramente la sezione strumentale più elaborata dell’intera discografia dei Ween. Un pezzo semplice ma di proporzioni epiche.

A child without an eye
Made her mother cry, why ask why?
She kept her child clean
On Buckingham Green

13) Ocean Man
Se avete mai visto il film di Spongebob, questa canzone è nei titoli di coda, un regalo a chi si era lasciato tanto ispirare da The Mollusk. Un mandolino, una melodia che più pop non si può, e la solita voce trasformista di Dean Ween.

Ocean man, take me by the hand, lead me to the land
That you understand

14) She Wanted To Leave
La closing track è una ballata sobria, che chiude con l’argomento marinaresco e che infine ripropone il tema dell’intro del disco, distorto e rallentato, come un sipario che si chiude. Il pezzo meno interessante dell’album, ed è comunque bellissimo, vai a vedere…

Three men came aboard my ship
And took my true love from me
I couldn't believe
She wanted to leave

Ok, lo so che avevo promesso di non dire altro, ma una conclusione è doverosa. Mettiamola così: tutti noi conosciamo i due amici che si spaccano di canne e ridono a crepapelle raccontandosi storie ridicole. Magari anche voi fate così con un vostro amico. Ora immaginate se questi due amici avessero un talento estremo e potessero trasformare le loro chiacchiere in un album che possa cambiare la storia della musica. Eccovi The Mollusk. Si va in scena.

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