DIALOGHI EFFIMERI DAL PROFONDO DELLA CAVERNA: "Contemporaneità" dei MORGANA
di
Saverio Marasco
Grigio. Però luminoso.
Questo è l'asfalto quando lo percorri con la pioggia
e con il sole.
Profondi i pensieri, quando sono grigi e raggianti.
Quando provengono da un pertugio duro e stretto come
possono essere quelli che geologicamente richiamano un certo tipo di sonorità e
comunicazione.
Le grotte, le caverne. Gli ampi spazi sotterranei in cui si muovono band come i MORGANA,
gruppo post-punk/coldwave fiorentino che lo scorso 1° agosto ha pubblicato il
primo disco "Contemporaneità"
(Low Ambition Records/Contraszt Records).
È uscito in estate, ma è con queste prime piogge
autunnali che dà il meglio di sé.
I MORGANA nascono nel 2019 e sono in quattro: Bri alla voce, Sola alla chitarra, Ivan al
basso e Valeria alla batteria.
Il disco, invece, è un remastered di pezzi della prima demo del 2020 insieme a due singoli
ed un inedito; il tutto condito da una fiera identità DIY.
Le riprese, non a caso, presso il centro sociale CSA nEXT Emerson di Firenze. Un'altra sorta di spazio
cavernoso.
Volendo descriverli, danno l'idea di quel tipo di
musica che ha ferocemente assimilato le icone di fine punk/inizio post-punk
mentre, ostinatamente, ascolta i Dead Kennedys.
Eppure il loro viaggio è incredibilmente moderno ed
aggrappato al presente: il distacco che provoca questo sound è insito nei
nostri tempi, non riusciamo a cambiarlo. Ed i MORGANA rimuginano su questo.
Cambiare per cosa, poi? Per fallire asetticamente e
ripartire di nuovo. Tutto, davvero, così contemporaneo.
Partono da Firenze, sorvolano la Francia ed arrivano
a toccare la Manchester più surreale e malinconica.
Sorvolano la Francia perché, la particolarità - che
mi turba non poco, per come mi esprimerò - è la scelta di cantare alcuni pezzi
in italiano ed altri in francese. La stessa title
track è "Contemporanéité", invece che "Contemporaneità".
Ho già ascoltato artisti con lo stesso modus
operandi, in generi idealmente sovrapponibili e mi chiedo - anche alla luce di
quello che si sente nei MORGANA - se non sia la scelta giusta per queste
sonorità.
Chiariamoci: per me l'uso di una lingua per il solo
gusto musicale della stessa non ha mai convinto.
Eppure (anche perché naturalissimo e credibile) qui
mi prende anche più dei brani in italiano. Scelta da premiare, stranamente per
me.
Il calore francofono bilancia la voce, menefreghista
e sfacciata. Questa - la voce - è il vero collante del sound freddo ed umido
del gruppo. Si espande tra gli strumenti fino a contenerli, diventando essa
stessa lo spazio dentro al quale vengono suonata. Essa stessa caverna, essa
stessa riverbero.
Ed è proprio verso il suo pieno utilizzo che spero
possa portare, in futuro, la ricerca dei MORGANA.
Ascoltando i brani in versione demo, più scuri e
smussati, questo si capisce molto meglio. "Dialoque Éphémère"
ve ne darà il metro.
Ed anche un po' il senso della poetica che mi ha
trasmesso questo disco.
Una poetica che prescinde sia dalle parole che dal
suono, affermandosi grazie alla simbiotica combinazione dei due aspetti:
unitamente distaccati dalla realtà.
Come in quella sensazione di dialogo effimero con sé
stessi che troveremo -ed un po' è descritta- in "Contemporaneità".
La sonorizzazione di noi, oggi. Soli nelle nostre
caverne per capire come passare meglio questi tempi piuttosto loschi.
Così profondi, così larghi, così sotterranei.
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Per conoscerlo meglio: Morgana | Low Ambition Records | Contraszt! rec. | Metaversus PR
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