IL FLUSSO SONORO DI ANASTATICA: "IN A SLEEPING GARDEN"

 



di Nat Vescio



Tutto nasce in Veneto nel 2018.


Ha sempre composto musica sognando, un giorno, di scrivere colonne sonore per film.

Si era presentata un'occasione per comporre musiche d'ambiente per mostre d'arte e musei, e così, dopo anni passati – a fare nottatacce – con il contrabbasso, ecco il polistrumentista Simone Bortolotto che si reinventa.


Incomincia ad allestire un piccolo studio di registrazione, il “Kitten Nest” (perchè i suoi gatti sono sempre presenti quando registra) ed inizia così a muovere i primi passi questa divinità mitologica chiamata Anastatica, una nuova realtà musicale dal sapore post-rock.






Il progetto Anastatica esordisce discograficamente nell'aprile 2020 con l'album “Recalling”, un disco interamente strumentale che risente di influenze new wave e dream-pop, la cui levità non è sinonimo di frivolezza ma semmai di estasi!... Tuttavia, non è di questo che vi parlerò oggi (anche se consiglio vivamente l'ascolto!).


Il 1 marzo 2021, a quasi un anno dal primo capitolo discografico, esce, sempre per l'indipendente Kitten Nest, “In a sleeping garden”, un concept EP composto da quattro brani concatenati tra loro e legati allo stupore di fronte alla natura e all'interazione con essa.

La copertina del disco, un'illustrazione a colori che evoca “la madre di tutte le cose” e prende forte ispirazione dalla mitologia greca, è stata realizzata da Irene Di Oriente, mentre il missaggio e la post produzione sono a cura di Sandro Gentile e del Midiroom Studio di Arcade (TV).






Non è facile dare l'esatta misura dei Pictures (quattro, per l'esattezza) “of sensations”, aggiungerei, note e sensi che fanno da sfondo alla tavolozza di meccanismi creativi proposti da Simone: originali senz'altro lo sono! Catturano momenti che definirei particolari, intimi, vivi. Ogni nota ha un colore che diventa quasi palpabile e...interpretabile.


“First Picture (view)” apre il concept sussurrandoci “you're sleeping”: una voce rassicurante e affabile che ci accompagna in una foresta di riverbero contornata da campionature di ululati.

Emerge un sospiro di respiro puro in “Second Picture (breath)”, un'atmosfera onirica irreale e trascinante in Anastatica mentre “Third Picture (action)” propone dei ritmi diversi: con mia sorpresa (essendomi abituata alle atmosfere ethereal wave) compare la batteria (o drum machine?) che apre il percorso, assieme allo spavaldo contrabbasso, ad un bagno contemplativo che è altresì propositivo, uno sfondo catartico ponderato, certo, ma soprattutto pacifico, che in un mare in tempesta qual'è la nostra attuale realtà non è sicuramente da poco, non è sicuramente da giudicare poco suggestivo.

“Fourth Picture (resolution)” sarà l'idea di ciò che rischiara il cielo, facendone intravedere il colore terso, nitido e da eterno sogno.


Dream-pop, dunque, ma anche un perfetto mix tra musica classica e dark ambient che travolge i miei sensi. Riverberi trasognanti e un vago retrogusto orientale che riempiono e delineano meglio questo sound new wave.


Anastatica dimostra ancora di avere molteplici spunti creativi per dare origine a climi irripetibili, il tutto perfettamente incastonato nell'ottica dell'essenzialità che pervade sottilmente in tutto il disco.


Quest'album va ascoltato fermi.


Fermiamoci un attimo dalla vita che ci rincorre, socchiudiamo gli occhi, facciamo filtrare la luce del sole e abbandoniamoci alla lietezza di esistere.



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Per Conoscerlo Meglio ➡ANASTATICA | #KITTENNESTPRODUCTION | Midiroom Studio Recording


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