POESIA IN NATURA: “CREDENDOTI MONTAGNA” DI NICOLAS ZULLO

 


di Silvestro Perri

Se dal silenzio della natura sgorgasse musica prodotta, registrata e mixata, sarebbe per sua fisiologia un sottofondo armonico ad una poesia. Le poesie di Nicolas Zullo sono così, camminano sul filo tra l’intimità di un racconto personale e l’universalità della vita vissuta. Questo disco ci ha convinto già con il suo incipit, “Aiutami”, un biglietto di presentazione niente male. Immaginate, se volete, una composizione melodica che riesce ad essere ricercata, a tratti complessa, senza tuttavia alienare i suoi ascoltatori. Musica da ascoltare mentre si è immersi nella natura.

“Credendoti montagna” è questo, un disco in cui le parole sono importanti, pesanti, ma il loro peso è proporzionale all’ascoltatore. Tutto ciò che viene dipinto da Nicolas Zullo e dalla sua voce flautata è estremamente semplice nelle sue personificazioni ed esemplificazioni. Il ritmo disteso delle canzoni di quest’album contribuisce a mettere a suo agio l’ascoltatore: non c’è fretta, questi pezzi possiamo ascoltarli mille e mille volte, e ogni volta scopriremmo qualcosa di diverso. E’ così raro, nel 2022, trovare un vero cantautore, pensavamo si fossero estinti.


Se da un lato la sezione ritmica non stupisce per inventiva o dinamicità, l’arrangiamento delle canzoni in Credendoti Montagna è veramente ottimo, con layers sovrapposti di tastiere e pad talmente equilibrati da risultare quasi impercettibili, ma dei quali si sentirebbe terribilmente la mancanza qualora scomparissero. A noi questa cosa piace tantissimo, perché la quantità ha un po' stufato, e Nicolas Zullo ha fatto le cose per bene, con qualità.

La cosa più pregiata di questo lavoro discografico è sicuramente l’atmosfera, la sua capacità di portare chi ascolta in un mondo parallelo al nostro, in cui si osservano le cose con la semplicità dei bambini e l’inventiva dei poeti. Temtö vi consiglia fortemente l’ascolto di queste canzoni, magari di domenica mattina, o durante un picnic, o forse mentre fate un bagno rilassante. 


Segnaliamo canzoni come “Strano Siero”, dal sapore vecchio ma assolutamente non stantio: una goccia di cantautorato italiano tradizionale mixata in un sound che richiama composizioni d’oltreoceano degli anni ’60 e ’70; oppure “Eravamo noi”, un pezzo estremamente dolce e delicato, capace di cullare qualsiasi cuore di pietra. Lasciatevi sciogliere.

Del resto non possiamo negare che “Credendoti Montagna”, nella sua assoluta validità, sia un’opera prima, che non può evitare di soffrire di alcune pecche molto comprensibili, come la ripetitività delle idee armoniche. Ovviamente lungi da noi affermare che un sound coeso sia un difetto per un album, ma forse a volte ci saremmo aspettati delle invenzioni sonore più audaci. Di sicuro questo difetto non ci impedirà di aspettare con voglia il prossimo lavoro di Nicolas Zullo. Le potenzialità per un grandissimo disco ci sono tutte, e gli auguriamo buona fortuna. Che l’ispirazione possa colpirlo ancora e ancora.

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