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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

SONORIZZARE CONDIZIONI MENTALI NE “LA CITTÀ DEL DISORDINE” CON NICOLA MANZAN.

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  di Nat Vescio Nicola Manzan ha fatto un nuovo disco. Il primo disco targato “Nicola Manzan” e che lo fa, a tutti gli effetti, il primo album di Nicola Manzan. Quel maledetto genio musicale, estremamente acuto e tremendamente fuori di testa di Nicola Manzan esce un album. Ma avete capito chi è Nicola Manzan? Lo abbiamo vissuto coi Ronin ( qui la nostra cinghialesca intervista) ma già lo conoscevamo e praticavamo coi Bologna Violenta ; Ha omaggiato le colonne sonore del Peplum in Torso Virile Colossale e siamo caduti in estasi sentendo il suo violino sia nei Baustelle che ne Il Teatro degli Orrori e vi meravigliereste di sapere quanto altro “Manzan” c'è dietro e dentro la musica del nostro Bel Paese! O forse no. D'altronde, quando c'è qualche nuova prelibatezza all'orizzonte eccolo catapultarsi e immergersi in nuove sfide e sperimentazioni, proprio come in questo caso. C'è già tanto hype su internet: si dice che sia un'opera promossa dai Musei Ci...

“NO COFFEE”, OVVERO MUSICASSETTE DISTRATTE PER PASSEGGIATORI NICHILISTI.

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di Saverio Marasco   Succede che certe mattine ti svegli. Ti butti fuori dalle coperte ed entri nel freddo del mondo poggiando i piedi sospesi sul pavimento, cercando le ciabatte.   Ecco, quell’attimo prima di toccare le mattonelle,  sei sospeso .   Se dovessi descrivere con una sensazione il primo EP di Stefanelli, o meglio Luca, sarebbe esattamente questa.    “No Coffee”   (Dischi Rurali, Artist First)  è uscito lo scorso 16 aprile, ed inconsapevolmente ha occupato le mie mattine senza che me ne accorgessi.     A dire il vero, ha segnato quel momento di pausa, di respiro, leggero e sgraziato.   L’ Ep  inizia con  “Dentro di me” .   Un  sound  chiaro che passeggia tra le macerie di una normale serata in giro.   Lo stesso Luca la descrive un po’ così, ed ancor prima di saperlo, l’immaginario è esattamente quello: sentirsi smarriti mentre si passeggia verso qualcosa che neanche a chi cammina importa tant...

L’EFFIGE DI UN ANNO NERO, pt.1: “DOES THIS DREAM SLOW DOWN, UNTIL IT STOPS?” DEGLI WOJTEK

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    di Davide Caligiuri Wojtek : nome proprio polacco. In particolare, nome di un orso bruno, adottato, allevato e arruolato da soldati polacchi durante la Seconda Guerra Mondiale. Diminuitivo di Wojciech , nome polacco la cui etimologia traccia il significato in “colui a cui piace la guerra “, o “guerriero sorridente”. U n nome che evoca contemporaneamente forte desiderio di conflitto, un certo grado di ironia e un’intensità primitiva, animalesca. E in parte il loro nuovo EP, Does This Dream Slow Down, Until It Stops? , tiene fede a questa simbologia: rabbia, frustrazione e disillusione dirigono l’orchestra, emozioni scaturite in un periodo durissimo per tutti, ma che i ragazzi padovani riescono ad esprimere in forma di 20 minuti di incessanti martellate. Scrivere come forma di esorcismo, ma senza assoluzione: non c’è rivalsa, non c’è aspettativa di cambiamento o di trasformazione. La vita è questo monolite, questa effige antica e maledetta, e non si può fare nulla se ...